2003-2010

Oramai sono quasi arrivata alla fine. Di mio figlio Marcellino non mi restano che i ricordi vissuti insieme felici , le sue risate, i suoi baci e abbracci. Poi… puf! chiuso dentro una bara. Più NIENTE! Sola! Come se tutta la mia vita fosse stata inghiottita da una voragine. Ma in quella maledetta voragine non ci sono finita dentro, mi ci hanno buttato sette maledetti anni fa, l’11 luglio 2003. Per questo vorrei fare dei ringraziamenti.
I miei grazie vanno agli agenti di polizia della Questura di Livorno che hanno arrestato mio figlio Marcello Lonzi, per le botte che hanno dato a mio figlio rompendogli un braccio e una gamba durante l’arresto.
Poi al medico legale per aver scritto nell’autopsia che Marcello è morto di morte naturale. Al P.M. che ha svolto le indagini nel 2003 senza interrogare i detenuti, ma che nello stesso tempo si accertava bene di rifiutare l’esumazione della salma, da me chiesta per tutto il 2004 e il 2005, sino all’archiviazione.
I miei ringraziamenti vanno soprattutto agli addetti della Procura di Livorno che in risposta alla mia volontà di sapere la verità, si nascondevano dietro sorrisi freddi e acidi. E che alla fine, pur arrivando a riesumare la salma, non hanno posto sotto accusa il medico legale, dicendomi che la sua “era stata una svista”… Se 8 costole rotte non sono visibili nel 2003, come possono essere viste nel 2006? Tracce emorragiche e lesioni, polso sinistro rotto. Grazie P.M. successivo per aver riaperto il caso, per avermi fatto scoprire altre fratture rimaste nascoste nel 2003! Perché nessuno è stato indagato? Né un medico, né un poliziotto, né agenti di polizia penitenziaria! Chi ha fatto uscire in permesso premio il compagno di cella arrestato per violenza sessuale, non definitivo, e che quindi non poteva beneficiare dei permessi premio? Oppure sì, bastava che dichiarasse il falso, perché lui sa bene che non era in cella ma a fare la doccia, pertanto non poteva vedere niente. Chi è il magistrato di sorveglianza che l’ha fatto uscire? Il nome è tuttora sconosciuto.
Ma una cosa vorrei dire a voi del carcere Le Sughere. Io credo in Dio , voi avete brindato all’archiviazione, perché giustizia Marcello non l’ha avuta, ma di una cosa sono sicura, che la Giustizia Divina è più forte di quella terrena e quel giorno quando arriverà, il conto si presenta da solo ma sarà pesante. Perché i figli non si uccidono mai! Che Dio vi perdoni e Marcello pure, perché io non lo farò mai!
L’11 luglio ricorre l’anniversario della sua morte, 7 anni. Io non sarò presente fuori dal carcere, non posso vedere i sorrisi stampati su quelle facce. Perdonatemi. Chi vuole andare, porti un fiore per Marcello, grazie.
 
Vi tengo tutti nel mio cuore.
 
Un abbraccio e grazie a Maurizio di Roma.
 
Maria Ciuffi
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